Sull’isola di Procida i riti della Settimana Santa sono caratterizzati da due importanti processioni: quella detta degli «Apostoli», che si svolge il Giovedì Santo e quella dei «Misteri» del Venerdì Santo. La prima, meno rinomata ma comunque suggestiva, viene organizzata dalla Confraternita dei Bianchi e si svolge dopo la messa e la cena dei partecipanti: designati fin dall’anno precedente «i dodici apostoli», in tunica e cappuccio bianchi con corone di spine e croce di legno in spalla, camminano uno dietro l’altro proceduti da un centurione e seguiti dai membri della Confraternita.
La processione del Venerdì Santo, che segue i riti solenni per la morte di Cristo, trae invece origine nel XVI e XVII secolo dalla processione organizzata a Napoli dalla Confraternita della Soledad. Proceduto da un trombettiere e da suonatori di tamburo, il corteo, che di buon mattino parte da Terra Murata, la zona più elevata dell’isola, incamminandosi nella luce livida verso il mare. Il corteo è costituito da vari gruppi di fedeli abbigliati con la veste tradizionale, tutti uomini incappucciati, tonaca bianca e mantellina azzurra della Confraternita dei Turchini, recano in spalla i cosiddetti «Misteri», composizioni plastiche di soggetto religioso issate su un piedistallo, nonché la statua della Madonna Addolorata con il Cristo Morto, opera settecentesca dello scultore napoletano Carmine Lantriceni, che viene poi esposta ai piedi dell’altare maggiore dell’Abbazia di San Michele Arcangelo.

Il miracolo del sangue
Il miracolo del sangue
Il primo racconto del miracolo della liquefazione del sangue risale, però, al 17