I luoghi del Barocco

Lo stile barocco si afferma a Napoli, nel corso del Seicento con la costruzione di chiese e palazzi nobiliari, con la magnificenza teatrale dei suoi spettacoli, con la sinuosità sensuale delle sue linee, con la ricchezza favolosa dei marmi e dei bronzi, col suo tumulto di statue patetiche, con la sinfonia abbagliante delle sue luci e dei suoi colori. La Napoli barocca, spiega Gaetana Cantone, «è un festoso teatro di rituali, allestito nelle chiese con ricche cappelle e preziosi altari, nei palazzi con scenografiche scale e ridondanti portali, nelle piazze con nuove facciate, guglie e fontane». Gli architetti si affidano al linguaggio delle macchine da festa e degli allestimenti teatrali per suscitare stupore e «meraviglia».
Il Barocco napoletano è caratterizzata da due momenti. Una prima fase, in cui prende forma la prima architettura barocca grazie alle opere di Giovanni Antonio Dosio, Francesco Grimaldi, Giovan Giacomo di Conforto e Fra’ Nuvolo. Questa prima fase è senz’altro la più interessante ed innovativa anche grazie alla produzione del Caposcuola Cosimo Fanzago, uno dei protagonisti del Seicento napoletano, che cambia realmente il volto della città.
Una seconda fase, in cui abbiamo il proseguimento dell’attività di Fanzago, la diffusione del suo repertorio ornamentale e la rielaborazione delle sue tematiche condotta, soprattutto dal colto archeologo Francesco Antonio Picchiatti, e da Dionisi Lazzari, entrambi capaci di spingere il segno fanzaghiano verso le forme del tardo barocco.
La produzione artistica del Barocco napoletano si trova sparsa un po’ in tutta la città, pertanto proveremo a soffermarci su alcune delle opere fondamentali per comprendere il fenomeno barocco che invase tutte le espressioni dell’arte secondo la formula mariniana: abbagliare, stupire.
Inizieremo questo viaggio partendodalla collina del Vomero con la visita alla Certosa di San Martino. Qui tra dipinti, sculture e decorazioni ci si trova di fronte alle più alte rappresentazioni del Seicento dove l’effetto immediato è quello di grande bellezza ed armonia. Abbandonata la Certosa l’itinerario si articolerà nel pieno centro storico andando ad ammirare la guglia di piazza San Domenico Maggiore, iniziata nel 1657, subito dopo la peste del 1656, per un voto che era stato fatto dal popolo, su disegno dell’architetto Picchiatti e terminato poi dal Vaccaro, di quella di San Gennaro in piazzetta Riario Sforza costruita dopo l’eruzione del Vesuvio del 1631, in ringraziamento al Santo Patrono, che fa onore all’infaticabile architetto Fanzago.
Nella bella chiesa di San Pietro a Maiella il barocco si impone con tutta la sua potenza. Qui si conservano ben dieci magnifici dipinti di Mattia Preti, uno di Massimo Stanzione ed uno dei più eleganti soffitti lignei di questo secolo. Ritroviamo ancora una volta Fanzago nella singolare chiesa di Santa Maria del Purgatorio ad Arco. I fregi funerari da lui eseguiti con spietato naturalismo, ci introducono in uno scenario tutto barocco.

Continuando per via Tribunali, si giunge poco dopo in quella che è forse la più antica piazza di Napoli, Piazza San Gaetano dove si erge, su un alto basamento, la chiesa di San Paolo Maggiore che conserva una tra le opere più espressive di questo secolo: la Sagrestia interamente affrescata dal Solimena.Veniamo poi alla chiesa San Gregorio Armeno, di impianto precedente al Seicento, con le pareti affrescate da Luca Giordano e dove si trovano, inoltre, due belle tele di Francesco Fracanzano.
Nei pressi dell’insula del Duomo si concentrano tre grossi nuclei ricchi di opere seicentesche: il complesso dei Girolomini, la Cappella del Tesoro in San Gennaro e il Pio Monte della Misericordia.
La chiesa dei Girolomini costruita agli inizi del Seicento conserva numerose opere di Luca Giordano tra cui il bell’affresco di San Filippo Neri in gloria. Alla chiesa è annessa, oltre alla favolosa biblioteca, una prestigiosa Quadreria (che espone importanti tele della scuola napoletana). Entrando nel Duomo sarà la Cappella del Tesoro di San Gennaro, uno dei gioielli universali dell’arte, ad attirare la nostra attenzione. Vi si può ammirare la cupola affrescata da Lanfranco, i dipinti di Ribera su rame e l’altare disegnato da Solimena.

Infine, il Pio Monte della Misericordia, la cui chiesa a forma ottagonale ospita, la potente realistica interpretazione del Caravaggio delle sette opere di Misericordia e la più caravaggesca delle opere di Battistello Caracciolo, La Liberazione di San Pietro, uno dei dipinti più importanti del Seicento italiano.

Bibliografia

Cantone, G. Napoli barocca, Editore Laterza, Bari, 2002

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