Complesso dei Girolamini

Il complesso conventuale dei Padri Girolamini (o Gerolomini) si presenta come uno dei più vasti ed importanti complessi religiosi del centro antico di Napoli, sia dal punto di vista artistico che storico-cultuale. Fanno parte del complesso, oltre la chiesa e il convento, due chiostri monumentali (il chiostro più piccolo detto Maiolicato e il secondo detto dell’Aranceto, proprio per le coltivazioni di aranci), l’Archivio Oratoriano e quello Musicale, la monumentale Biblioteca, la più antica tra quelle napoletane, ubicata in quattro stupende sale settecentesche (che contiene un patrimonio librario di circa 159.700 unità tra volumi, opuscoli, manoscritti, incunaboli e preziose legature) e la prestigiosa Quadreria, vera e propria pinacoteca che offre un insieme di pittura che va dai grandi maestri del Seicento – Giordani, Fracanzano, Caracciolo e Stanzione -, da Guido Reni e Federico Zuccari, a pittori molto rari come Francesco Curradi e Alessandro Turchi detto L’Orbetto.
La chiesa dei Girolamini contiene un’elevata concentrazione di opere artistiche, scultoree ed architettoniche. La costruzione dell’edificio sacro, a tre navate su colonne di granito e cappelle laterali, con cupola ebbe luogo su progetto del fiorentino Giovanni Antonio Dosio, attivo anche alla Certosa di San Martino. Presenta una facciata che, eseguita solo nel 1655 su disegno del napoletano Dionisio Lazzari, sarà in parte rifatta in marmi bianchi e bardiglio nel 1780 su disegni di Ferdinando Fuga anche con l’aggiunta dei due campanili laterali. L’interno della chiesa rappresenta uno degli spazi più ampi e luminosi presenti nell’architettura sacra cittadina. Gran parte delle superfici murarie sono ricoperte da stucchi dorati alternanti motivi floreali o vegetali e teste di cherubini; il soffitto sulla navata centrale con ricchi cassettonati dorati e sculture lignee a rilievo è opera di Marcantonio Ferrara, Nicola Montella e Gian Giacomo de Simone.
Il complesso degli affreschi annovera vari nomi più o meno importanti della pittura italiana del Sei e Settecento. Troviamo sulla controfacciata il bell’affresco della Cacciata dei mercati dal Tempio, un’opera di Luca Giordano del 1684, nel pieno della maturità dell’artista. E ancora una lunga teoria di Santi affrescati nel 1681 da Giovanni Battista Benaschi, gli affreschi eseguiti da Francesco Solimena nel terzo decennio del Settecento e la splendida tela di Pietro Berrettini, detto da Cortona, raffigurante Sant’Alessio moribondo, una tra le più importanti opere del primo barocco italiano presente a Napoli. Qui infine si trovano alcuni dipinti di Guido Reni tra cui la famosa tela raffigurante l’Incontro fra Cristo e San Giovanni Battista.

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