Il rituale della questua

Il pellegrinaggio alla Madonna dell’Arco ebbe inizio alla fine del Cinquecento, nel giorno del lunedì in Albis. Le modalità sono sostanzialmente rimaste immutate nel tempo, venendo la gente a visitare “questa Madre Santissima in quel miglior modo che hanno possuto, o, scalze, o, a piedi, o, in cocchio, o, a cavallo, et in questo giorno si sono confessate, et comunicate” .
Il culto di questa immagine è tanto sentito dalla popolazione che nel corso dei secoli si sono formate delle comunità di fedeli ad essa devoti. Nella diocesi di Napoli sono oltre cento le “corporazioni” che partecipano ogni anno a questa ricorrenza. Una singola corporazione può rappresentare anche un intero quartiere di paese, e chi vi entra lo fa perché ha formulato un voto o per semplice devozione. I membri, vestiti di bianco con una larga fascia azzurra o rossa a tracolla, recante l’immagine della Madonna, fanno la questua ogni domenica per le strade della propria città per raccogliere le offerte da portare alla Madonna, già da mesi e mesi prima della festa allestendo i carri in cartapesta con sopra grandi dipinti, spesso veramente artistici, a soggetto sacro o meno, commissionando gli ex-voto ad artigiani locali.
Nella questua è impegnata una squadra perfettamente organizzata, la cosiddetta «paranza» composta da quattro uomini che portano a spalle un tronetto sui cui viene issata l’immagine della Madonna, ornata con nastri e fiori, che lungo un percorso preordinato è seguita da un portabandiera, a cui è affidato lo stendardo del gruppo e dai portatori degli ex-voto per grazia ricevuta. Gli uomini che precedono il corteo ondeggiano e intonano la canzone: «Chi è Devoto, A Maronn’ è l’Arc», unico brano cantato durante il rito. Uno di loro, senza accompagnamento sonoro, eleva in canto alla Madonna recitando la richiesta per l’elemosina:

Chi è Devoto, A Maronn’ è ll’Arc
Soré tenitece ‘a fede chill’è nu bello nomme
Soré… a Maronn!

Chi è Devoto alla Madonna dell’Arco
Sorelle abbiate fede perché il suo è un bel nome
sorelle… la Madonna!

Tutti gli altri membri dell’associazione, infine, seguono correndo l’immagine sacra, senza cessare mai di battere i piedi a terra, neppure nei momenti di sosta.
La domenica delle Palme la paranza procede alla rappresentazione della caduta: al suono del fischietto del capo-paranza, davanti all’immagine della Madonna i fujenti, come sono chiamati i fedeli, si buttano faccia a terra, sostenendosi esclusivamente sugli alluci e sulle palme delle mani restando in questa posizione, di immobilità assoluta tutti insieme per pochi minuti.

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