I riti della Settimana Santa

Primavera come rinnovo dell’uomo, della natura, del campo. Dopo il lungo sonno, che si chiami inverno o si chiami Quaresima, la riflessione lascia il posto all’azione, alla gioia, alla Resurrezione. E’ significativo notare come la Pasqua non sia monopolio della religione cristiana, ma coincida un po’ ovunque con un’attesa. Spesso oggetto di sacra rappresentazione, per alcuni studiosi il primo evento drammatico teatrale, in Campania è legata particolarmente al rito della Passione. Il paesaggio, il più possibile campestre è si­mile a quello palestinese, la suggestione dell’ora poiché i riti si svolgono per la maggior parte di notte, la partecipazione corale, gli uomini accomunati per una volta dal dolore e dalla speranza, diventano altrettanti aspetti del desiderio inconscio e radicato di propiziazione attraverso il sacrificio.
La forma più diffusa di rito pasquale è la Processione di solito quella del Venerdì Santo. Vi partecipano persone travestite da figure evangeliche oppure si fanno sfilare sculture in legno o di cartapesta chiamate “Misteri”. La Via Crucis è sintesi di varie devozioni sorte fin dall’alto Medioevo: il pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale i fedeli visitano devotamente i luoghi della Passione del Signore; la devozione alle «cadute di Cristo» sotto il peso della croce; la devozione ai «cammini dolorosi di Cristo», che consiste nell’incedere processionalmente da una chiesa all’altra in memoria dei percorsi compiuti da Cristo durante la Passione; la devozione alle «stazioni di Cristo», cioè ai momenti in cui Gesù si ferma lungo il cammino verso il Calvario perché costretto dai carnefici, o perché stremato dalla fatica, o perché mosso dall’amore, cerca di stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che assistono alla sua Passione.

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