Una tradizione ancora viva

Rinnovate e trasformate di anno in anno e in molti casi soggette a un destino di ineluttabile dispersione, delle numerose opere presepiali settecentesche resta ben poco.
Ammirevole anche per la grande esibizione scenografica, è il presepe della Reggia di Caserta (XVIII secolo), che consta di milleduecento figure risistemare in loco nel 1844, secondo una disposizione alquanto articolata ad allestimento fisso.
Custodito accuratamente al pari delle opere delle arti maggiori, al Museo di San Martino è esposto il presepe Cuciniello, costituito di oltre trecento pezzi, databili al XVIII e XIX secolo cd eseguiti da alcuni degli artisti citati, quali Francesco Celebrano, Giuseppe Sanmartino, Lorenzo Mosca, Matteo Bottiglieri, Angelo Viva e i fratelli Vassallo. Deve l’origine e il nome a Michele Cuciniello, appassionato collezionista napoletano, che nel corso della sua vita raccolse pregiati pastori, veri pezzi unici, donandoli poi nel 1877 all’istituzione museale. Elaborò, inoltre, un dettagliato progetto per ricreare lo spirito e la fastosa grandezza delle scenografie settecentesche, delle quali riuscì a riprodurre le ampie prospettive, l’armonica resa del rapporto tra personaggi e ambiente e la coralità della rappresentazione snodata intorno al divino evento.
Durante l’Ottocento il presepe cominciò a perdere in vigore artistico, risultando connotalo da una produzione ripetitiva di copie e di falsi, che tuttavia aveva ancora una evidente valenza quantitativa. Questa situazione era un riflesso del mutamento delle vicende politiche che inducevano, infatti, la corte e l’aristocrazia ad abbandonare progressivamente questi “diletti”, fin a quando, dopo il 1860, sia per le minori disponibilità economiche sia per il conseguente affievolirsi della specifica sensibilità artistica, si giunse a una produzione commerciale accessibile un po’ a chiunque.
Il caratteristico artigianato presepiale ha conservato intatta fino ai giorni nostri la sua tradizione: le botteghe sono attive tutto l’anno nella rinomata via San Gregorio Armeno, dove da dicembre a gennaio ha luogo una grande esposizione-vendita di presepi e pastori. Accanto alla produzione corrente, sta emergendo una lavorazione d’arte con pezzi unici ispirati in ogni dettaglio, talora anche nella tecnica d’esecuzione, ai prototipi settecenteschi e che, dovunque richiesti e quindi esportati in tutto il mondo, rinnovano in ogni dove l’antica rinomanza del presepe napoletano.

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